Nella vita bisogna anche saper andare avanti, si deve avere la forza di lasciar che le cose vadano come devono andare. Tenere in vita un qualcosa che non ha mai avuto veramente vita è sbagliato. Secondo me esiste un destino: possiamo lottarci contro e cercare di aggirarlo in qualche modo, ma in fin dei conti ci sono dei punti fermi nella nostra vita che ritornano sempre, in qualunque caso. Ho passato gli anni delle superiori a scappare da qualcosa, forse a scappare da me stesso; mi sono rifugiato in comportamenti che non erano miei, mi sono ribellato a qualsiasi imposizione solo per il gusto di farlo. Ma sono arrivato in questo momento a capire come tutto questo non mi abbia mai in verità allontanato da ciò che sono sempre stato e che sempre sarò. In verità mi è sempre piaciuto leggere e imparare cose nuove, ma in questi anni non ho fatto altro che far finta che quelle cose non fossero per me; mi sono sempre intrattenuto in altri modi per non rischiare di sentirmi incolpato per ciò che sono veramente. Qualche anno fa giocavo anche in porta a calcio, e mi piaceva il ruolo. Ma avevo paura: avevo paura di fallire in quello che veramente amo; se anche da giocatore avessi fallito non mi sarei fatto nessun problema, tanto io sapevo di non essere portato per quello. Ma fallire quando ci tieni veramente è diverso. Durante quest'estate dovevo decidere cosa ne avrei fatto del mio futuro, e anche li stavo per non scegliere quello che realmente avrei voluto fare: ero indeciso tra scienze gastronomiche e scienze e tecnologie alimentari, due corsi simili, ma allo stesso tempo diversi. Scienze gastronomiche (sg) era il mio sogno, perchè io vorrei diventare critico culinario, ma scienze e tecnologie alimentari (sta) forse mi avrebbe facilitato nel trovare lavoro. A fine agosto ho fatto l'esame d'ammissione per sta ed ero passato. A quel punto dovevo scegliere se accettare di fare sta vicino casa, o provare a fare l'esame di sg a 250 km da casa (con il rischio di no passarlo e quindi perdere un anno). Dopo qualche giorno di riflessione decisi di non rischiare e percorrere la via più sicura, la via che non mi richiedesse di mettermi in gioco al 100%. Ma evidentemente il progetto per la mia vita era diverso: l'iscrizione era scaduta il giorno precedente, senza possibilità di reiscriversi successivamente. A quel punto non avevo scelta: dovevo inseguire i miei sogni, dovevo andare dove mi portava il mio istinto. E lì ho capito che mai più in vita mia mi sarei tirato indietro per qualcosa che amo fare. Ed è così che mi ritrovo il 22 gennaio ad essere uno studente di scienze gastronomiche, fuori sede, che gioca come portiere in una squadra di calcio a 7 e come ala in una di calcio a 5, che ha deciso di affrontare un programma di flessioni per sentirsi in forma e che gestisce un blog che ha sempre sognato di creare. Manca solo l'amore, ma in quel campo l'importante è avere pazienza, e saper lasciare quando le cose non vanno come vuoi. Vi lascio con la canzone probabilmente più bella del 2013, godetevela!
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