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27 dicembre 2013

Scusate il ritardo

Ritorno in stile poverissimo, senza alcunchè da raccontare, ma giusto per avvisare che sono ancora qua e che in questi giorni non ho scritto perchè sono tornato nella mia città natale e quindi non ho avuto molto tempo. Ne approfitto per augurare a tutti voi un buon natale, e vi do solo un piccolo spunto di riflessione che approfondirò nei prossimi giorni: perchè non riusciamo a goderci questa breve vita così come è? Riflettete utenti, riflettete...

16 dicembre 2013

Aria di cambiamento

Sapete, nella vita di ognuno arriva un momento (in media una volta all'anno) in cui si dice 'basta', e si cerca di cambiare qualcosa della propria vita che non piace. Bene: il 2013 per me può essere archiviato come l'anno dei cambiamenti. Non elencherò tutto quello che mi è successo (altrimenti non saprei cosa scrivere il 31 dicembre! ahahah) ma volevo solo riflettere sul nuovo cambiamento che ho deciso di intraprendere. Ho deciso di cambiare il mio stile. Bè, un cambio di guardaroba non merita tutta questa attenzione, ma forse la merita il motivo per cui faccio questo. Il mio è uno staccarmi totalmente dal mio passato, rompere le catene dall'adolescenza e dagli anni del liceo. Il mio cercare di superare il periodo di felpe, tshirt e jeans a vita bassa è una presa di posizione verso me stesso, è un rendermi conto che i tempi cambiano e che sto crescendo. Devo essere sincero nell'ammettere che è molto difficile cambiare radicalmente la propria persona, però è una cosa che bisogna pur iniziare a fare. Non dico che nel giro di un mese diventerò il tipo da camicia e maglione, ma l'obiettivo è l'arrivare alla laurea come un uomo, e non più come un ragazzo. E il vestire è solo un simbolo; ovvio... se cambiassi solo il mio guardaroba sarebbe tutto inutile: a camicie, scarpe neutre e stile devo accompagnare anche una mentalità diversa. Ma come il titolo del blog stesso dice sono 'un sognatore che non crescerà mai' e questa è la promessa che voglio fare a me stesso: cambia, evolviti, rivoluzionati, mettiti in gioco, ma non perdere mai ciò che ti rende unico, ciò che ti differenzia dalla massa. Ed è questo l'augurio che faccio anche a te, mio lettore/lettrice. E ricordati che una persona che ti vuole cambiare non ti vuole veramente bene: una persona che ti ama ti accetta come sei; ti darà consigli, ti rimproverà, ti dirà che non capisci mai niente, ma in fondo lei non proverà mai a cambiarti, perchè ama te, e non il suo uomo ideale nel quale ti vuole tramutare.

15 dicembre 2013

Punti di vista

Oggi, nella mia consueta ora passata a pensare sdraiato sul mio letto, ho fatto un pensiero che mi ha lasciato perplesso. Mi stavo chiedendo se quando amiamo lo facciamo per gli altri o solo per noi stessi; intendiamoci, in questo caso con amore intendo tutti i tipi di amore: da quello verso i famigliari a quello verso la nostra amata. Ebbene mi chiedevo appunto se l'amare una persona non sia un amare se stessi. Effettivamente se ci pensate difficilmente noi doniamo qualcosa agli altri senza pretendere qualcosa dagli altri, e allo stesso modo quando amiamo pretendiamo di essere amati, altrimenti noi non riusciamo ad amare. Forse dipende dal fatto che per noi l'amore è il vedere in chi abbiamo di fronte una parte di noi stessi, e il fatto di riuscire a conquistarla lo vediamo come un arricchimento personale, che in un modo o nell'altro ci rende più forti. Ma, ripensandoci, è impossibile dire se l'amore è verso noi stessi o verso gli altri quando, dopo millenni di filosofia, non riusciamo nemmeno a dare una vera definizione di amore. Ognuno si è fatto la propria idea di amore, e quest'idea è diversa a seconda delle esperienze che ognuno ha vissuto nella propria vita. Cosa c'è di diverso tra l'amore di un ragazzo e una ragazza rispetto all'amore verso una squadra di calcio? Si condividono momenti di gioia e di dolore in entrambi i casi... O, andando più sul polemico, cosa c'è di diverso tra un amore uomo/donna e uno uomo/uomo o donna/donna? Senza voler entrare nel problema del matrimonio e dell'affidamento dei figli (sul quale non ne so abbastanza per parlare) dico che non ha senso giudicare in modo diverso l'amore tra due persone dello stesso sesso e l'amore tra sessi differenti. A meno che il problema non sia il sesso, quel grande tabù della società moderna, del quale non si può parlare pubblicamente, ma che viene presentato con tutti i doppi sensi possibili a tutte le ore, in TV o nei cartelloni pubblicitari. E a che scopo? Proteggere i minori? Ma per piacere... Secondo voi i più piccoli al sentire la parola sesso si scandalizzano? No, perchè non sanno nemmeno cosa voglia dire! Solo che il darle tanta rilevanza quando entra in un discorso la pone in rilievo per il bambino. E la stessa cosa accade con le parolacce. Però quando si tratta di censurare cartoni animati giapponesi non ci si risparmia mai, vero? Questa è l'ipocrisia di questa nostra Italia di "grandi", che censura battute di One Piece, o Dragon Ball, ma che manda in onda cose come il Grande Fratello che dovrebbero essere vietate per legge... Ma sì, forse questo è solo il mio pessimistico punto di vista, forse è giusto così e quando sarò "grande" me ne renderò conto... Come ti dicono gli adulti quando non vogliono darti una risposta:" Non puoi capire..."

14 dicembre 2013

Studiare...che peso!

Da bravo universitario quale NON sono ogni tanto tocca anche a me mettermi sui libri. Ma scopro che con il passare del tempo diventa sempre più pesante. Intendiamoci, alle superiori ero molto peggio: ero il tipico studente che studia la mattina stessa del compito o dell'interrogazione. Adesso almeno ho la decenza di mettermi qualche giorno prima... Il problema sta nel fatto che per i primi esami parziali l mettermi a studiare era una cosa piacevole, studiavo con interesse i libri assegnati, mentre adesso anche solo leggere 5 pagine diventa un'impresa titanica. Una volta mi dicevo sempre che era un discorso di motivazione, che quando avessi trovato la mia via, le mie materie preferite, avrei cominciato ad impegnarmi seriamente. Bè, forse mi sbagliavo, forse non sarò mai in grado di arrivare a quel livello di studi a cui alcuni secchioni di classe mia arrivavano. Ma oggi sono di buon umore e quindi voglio vedere il bicchiere mezzo pieno: forse posso utilizzare questa poca voglia per riuscire ad esprimere il massimo delle mie capacità in situazioni difficili... Ok, questa era una cazzata... Comunque resta il fatto che per adesso i miei esami universitari sono andati più che bene, con un 30 e un 28 a referto, quindi spero di non rovinare tutto con il prossimo test. Incrociamo le dita!!!

P.S. Data la noiosità di questo post (me ne rendo conto, ma mi andava di scriverlo... e poi il blog è mio, perchè mi faccio problemi?! Vabbè) vi invito ad ascoltarvi questa canzone con orecchie diverse. Provate a leggere il testo e cercate di capirne il valore, nonostante resti una gran tamarrata.

13 dicembre 2013

L'arte del ridere

Oggi parlo di arte, cosa che ho sempre detestato sin da quando ero piccolo. Però mi sono dovuto ricredere di fronte alle vignette dello spagnolo Joan Cornellà (blog). Questo vignettista ha un'incredibile capacità di rendere il proprio linguaggio capibile da tutti, senza sentire il bisogno di ulteriori parole o spiegazioni. L'umorismo di Cornellà è un umorismo nero, deride la morte come solo chi supera il tabù di essa può fare. E forse è anche per questo che lo apprezzo così tanto. Nelle sue opere d'arte possiamo trovare personaggi che muoiono e si feriscono mantenendo sempre quel sorriso che diventa inquietante a tratti. Ma la sua vera genialità forse sta nel trasmettere forti messaggi sociali. Per esempio osservate la seguente vignetta:
Notate come l'uomo preferisca perdere una parte di se stesso piuttosto che rinunciare al proprio cappellino. Secondo il mio punto di vista questa è una gigantesca denuncia contro il materialismo della nostra società odierna, e questo tema viene ripreso più volte da Cornellà. Su google e su facebook ne troverete a centinaia delle sue immagini e vi invito a darci un'occhiata. Lui ci permette di fare quella risata molto amara, che oggi non viene mai vissuta appieno per colpa del perbenismo che si è andato diffondendo negli ultimi anni. Io sto riscoprendo le risate a crepapelle dopo un periodo in cui me ne sono successe di tutti i colori, e grazie a lui adesso mi faccio una risata delle disgrazie. Facendo una doppia citazione finisco con una citazione di Cornellà che in un intervista cita Beckett
"In “Finale di partita” di Beckett, un personaggio dice che non esiste “niente di più divertente della disgrazia”. Questo è certo. La morte è qualcosa che non sappiamo affrontare e quando ci sorprende possiamo solo ridere o piangere."
E di certo ridere è meglio che piangere!

12 dicembre 2013

Tutto gira attorno ad un pallone

Io sono un grande appassionato di calcio e come tale seguo tutti i maggiori campionati europei, incluse le varie Champions ed Europa League. Da italiano patriota quale non sono tifo l'Arsenal che stasera pur perdendo contro il Napoli (a cui vanno tutti i miei complimenti per la partita e per essere rimasti in corsa per la qualificazione fino all'ultimo). Ma la partita mi ha fatto venire in mente una riflessione: la vita potrebbe essere visto come un campionato in cui bisogna cercare di vincere le partite nonostante gli infortuni e le assenze. Durante la nostra vita troveremo sicuramente persone che ci aiutano in dati momenti, ma che in altri saranno "infortunati" e noi dovremo riuscire a vincere anche senza di loro. Ma come sappiamo le partite non sempre si vincono e nella vita capita anche di perdere contro il destino. L'importante è riuscire a guardare avanti e a capire che ci sono ancora molte partite fino alla fine del campionato, ci sono ancora tante occasioni per rimediare agli errori; e come una squadra cresce durante la stagione, così anche noi dovremo cercare di migliorare noi stessi nel corso di questa vita, senza però mai stravolgere quello che siamo realmente. Non si può certo giocare con i difensori al posto degli attaccanti... e inoltre per vincere un campionato bisogna innanzitutto essere uniti come squadra, ergo bisognerebbe essere sicuri delle proprie capacità. Se si è sicuri di se stessi ci si può più facilmente mettere in gioco con gli altri e tutti i nostri incontri sarebbero molto più utili e importanti nel nostro percorso di crescita. E il calcio in parte questo te lo insegna: non bisogna avere paura degli avversari, altrimenti questi ti ridurranno in polpette; e non bisogna nemmeno compiere l'errore di sottovalutare l'avversario, cioè bisogna dare la giusta importanza alle persone, senza dar loro troppa importanza e avendo comunque rispetto, chiunque loro siano. E come ultima cosa il calcio insegna che il pallone è rotondo, e girando può far diventare l'impossibile possibile, e può tramutare i sogni in realtà...
sempre lì
lì nel mezzo
finchè ce n'hai stai lì

10 dicembre 2013

Gli amici sono sempre gli amici

In questi giorni ho cominciato a sentire i miei amici per decidere cosa fare a capodanno: questo sarà il sesto capodanno che passiamo noi tutti insieme. Sono cambiate un sacco di cose da allora: abbiamo finito le superiori, qualcuno ha cominciato a lavorare, qualcuno a studiare e qualcuno si è addirittura trasferito. Ma noi, poveri imbecilli continuiamo a trovarci, dedicando la serata alla nostra compagnia. Nel corso degli anni abbiamo avuto persone diverse che ci hanno fatto compagnia, ma alla fine il nucleo, il centro e il cuore del capodanno siamo rimasti noi quattro. E anche quest'anno io torno su nella mia vecchia città per ritrovarci dopo mesi di assenza. Dove andremmo tutti noi senza gli amici? A me sinceramente fanno un po' pena quelle persone che non riescono ad avere dei buoni amici sui quali sanno di poter contare: io so con certezza che in qualsiasi momento della mia vita se ho un problema posso rivolgermi a loro, e so di trovare un muro su cui sostenermi, o uno psicologo con il quale confidarmi. Penso di non averli mai ringraziati abbastanza per quello che sono e fanno per me. Paradossalmente mi sento meno lontano da casa adesso che sono fisicamente lontano rispetto a qualche mese fa quando ero a casa, ma non li sentivo per giorni. Adesso invece in un modo o nell'altro li sento ogni settimana e questi momenti che condividiamo sono fantastici, mi sento in una famiglia che non mi lascerà mai. Ed è pensando a questa mia forte amicizia che oggi mi sono sorpreso. Da quando sono all'università non ho cercato di fare tante amicizie, perché mi rendo conto che in questo preciso momento della mia vita ho bisogno di pochi buoni amici piuttosto che tanti conoscenti. E infatti da ottobre ho visto abitualmente fuori da scuola solo una compagnia di alcune ragazze, tra le quali figura la mia amatissima Giorgia, ovviamente. Fattostà che proprio oggi chiacchierando con lei scopro che lei non si sente presa in considerazione dalle altre. Io non avevo mai notato questo fatto, sarà perché sono sempre con la testa tra le nuvole quando sono con lei, ma effettivamente facendoci caso ho visto che aveva ragione. Io sono sempre stato un tipo da 'se mi vuoi bene, altrimenti cambio compagnia senza problemi' e ho scoperto che anche lei la pensa allo stesso modo. E adesso dovrei essere combattuto perchè la 'cumpa' si sta per distaccare e devo decidere da che parte stare. Ma come di certo potrete capire l'amore è una calamita troppo forte che può essere staccata solo con un foglio di vera e profonda amicizia nel mezzo, ma non è questo il caso. Io sono deciso a seguire Giorgia ovunque vada e qualunque inciampo prenda io sarò pronto a rialzarla... 
'Cause i'm never going down, i'm never giving up
I'm never gonna leave, so put you're hands up
If you like me, then say you like me


9 dicembre 2013

Il lunedì delle opportunità

Il lunedì per me è sempre un gran giorno per decidere i miei obiettivi settimanali. Eh, si... io programmo la mia vita di settimana in settimana, per venire poi puntualmente smentito dai fatti che mi accadono attorno. Da due mesi a questa parte il mio obiettivo è solo uno: piacere a Giorgia. Giorgia è una mia compagna di corso ed è molto carina, sia fisicamente sia come atteggiamento. Ha un unico "problema": è fidanzata. Io solitamente mi sarei arreso a questa notizia, ma questa volta no. Non so il perchè di tutto questo, ma sento che lei è diversa da qualsiasi altra ragazza che io abbia mai avuto in vita mia. Da quando ho cominciato a parlarci insieme mi sono sempre più perso nei suoi occhi e nelle sue parole. Nella mia vita ho avuto molte cotte, ma c'era qualcosa a suo tempo che mi faceva capire che erano situazioni temporanee, passeggere. Ma questa volta è tutto diverso: da ottobre (cioè da quando ci sono uscito per la prima volta) tutto quello che ho fatto era in qualche modo per lei, dal cominciare a fare attività fisica per avere un fisico che le piacesse, al provare a togliere la mia cadenza dialettale che a lei non piace. Io sono sempre stato contrario al provarci con una ragazza impegnata, ma è più forte di me, non riesco ad allontanarmi da lei. So benissimo che quello che sto facendo adesso probabilmente ci porterà a diventare solo grandi amici, ma per me va bene anche così: pur di starle accanto butterei via tutti i miei sentimenti, butterei via tutto me stesso. Tutti i "seduttori" di internet dicono che non bisogna far sentire la propria amata troppo preziosa, ma cosa ci posso fare se per me è così? Io non riesco ad ignorarla... Ci ho provato, ma dopo la guardo e mi sciolgo come il gelato sotto il sole. So anche che lei non apprezza il romanticismo, ed è per questo che mi rifugio dietro ad un blog: sfogo qui tutto quello che vorrei dirle ma che non vuole sentire, per poi restare un buon amico quando ci vediamo. Dico la verità: lei non è perfetta. Ma proprio le sue imperfezioni a parer mio la rendono più bella. Proprio oggi abbiamo parlato insieme e lei mi ha confidato una sua paura che a me faceva ridere un sacco. E mentre parla di se stessa, e quindi si espone nei miei confronti, vedo i suoi occhi che brillano. Non so se effettivamente siano i suoi occhi, ma lo spettacolo che mi ritrovo di fronte è il più bello al mondo. E questo spettacolo lo vedo per quattro giorni a settimana, e quando arriva il weekend io non vedo l'ora che torni lunedì per rivederla ancora e ancora. E ogni volta che la vedo capisco che lei è il mio muro dei desideri, il mio Wonderwall.

8 dicembre 2013

La libertà di essere me stesso

Cosa c'è dietro tutto quello che siamo e che facciamo? Perchè siamo portati a farci vedere in modo diverso a quello che realmente siamo? Perchè non riusciamo ad essere realmente noi stessi? Il peso della realtà ci opprime e il sapere di non piacere agli altri per quello che si è realmente ci spinge a indossare delle maschere usa e getta, le quali non appena non siano più di moda siamo pronti a gettare nel dimenticatoio. Dov'è finito il tempo dell'onore, quando le persone lottavano per essere liberi, per avere la libertà di essere e non dover fingere per rientrare nella massa. Noi adesso abbiamo questa libertà, ma la sprechiamo ogni giorno, facendoci vedere agli occhi degli altri come quello che loro cercano. Cercare di essere se stessi e di liberarsi da tutte queste falsità fa male, le persone non sono mai pronte a sapere la verità, stanno bene nelle loro dolci bugie. Ma io non riesco a fare tutto questo. Ci ho provato per anni a essere ciò che gli altri volevano, ma tutto quello che ho ottenuto sono stati falsi sorrisi e falsi amici, ma a che prezzo... Ho pagato tutto questo con un dolore interno che mi assale lo stomaco tutte le sere, ripensando a tutto quello che ho mostrato agli altri di me stesso. Ho passato intere notti con la faccia rigata dalle lacrime solo perchè mi sentivo chiuso nella prigione che mi sono costruito. Ho cambiato città, sperando che questo servisse a liberarmi dalle catene. Ma non è stato così: mi sono liberato delle vecchie catene, ma ne ho create di nuove, e questo mi rende ancora più triste. Ho avuto la possibilità di cambiare, ma ho buttato via quest'occasione nel peggiore dei modi. Anche se devo ammettere che non è stata del tutto colpa mia. Io ho provato ad essere me stesso, ma ho visto che così facendo tutti si allontanavano, perchè la verità è che il vero me stesso forse non piace nemmeno a me. Mi hanno detto che ho dei picchi di autostima seguiti da baratri di depressione, ma questo è solamente il susseguirsi delle varie mie personalità che mi sono costruito nella mia vita. Io non sono depresso, e non ho nemmeno un'autostima così elevata come si potrebbe credere. Se agissi come realmente sono me ne fregherei di tutto e di tutti. Io sarei un tipo solitario, capace di non parlare con nessuno per una giornata intera. Non pretendo che gli altri capiscano i miei problemi, ma pretendo il rispetto per ciò che penso, e molto spesso non è così. Io lascio correre sempre su tutto non perchè sono buono, ma perchè non spreco fiato e fatica per rispondere a persone che evidentemente hanno il solo scopo di far cadere il mio piccolo castello di carte che ho cercato di costruire con tanta fatica. Ma questo nessuno lo capisce. Voi preferite litigare con le persone, è la vostra valvola di sfogo. Io penso che litigare sia solo tempo perso, perchè alla fine ognuno resta trincerato nelle proprie posizioni e non si arriva mai ad una soluzione. Ed è questo il problema più grande: nessuno sa cosa vuol dire ascoltare l'opinione altrui, nemmeno io. Forse sarebbe meglio che al posto dell'IPhone ci comprassimo l'Amplifon per ascoltare realmente chi ci sta intorno.

L'inizio

Come in tutte le storie, belle o brutte che siano, c'è un inizio. Forse l'inizio è il più difficile, perchè non si sa mai cosa/come/quando scrivere. Io non nasco scrittore, ma nasco come "libero pensatore"... Che poi anche libero pensatore cosa vuol dire? Siamo tutti in qualche modo offuscati da ciò che ci circonda, eppure ci illudiamo di poter essere liberi. Ma vabbè, sto già divagando nel mio primo post. Perchè faccio tutto questo? Bella domanda. Mi sono trasferito da poco in un'altra città per motivi di studio e ho lasciato dei cadaveri nell'armadio della mia vecchia città. Sono stanco di tenere tutto quello che penso per me e scriverlo da qualche parte per me è uno sfogo necessario. Avevo provato a scrivere qualche post su ciò che penso su Facebook, ma ho capito che non avrei ottenuto nulla così facendo, anzi, avrei rischiato di perdere le poche persone che mi sono ancora accanto. Ed è da qui che nasce l'idea di un blog, di uno spazio tutto mio dove poter scrivere liberamente ciò che penso, ciò che sogno e ciò che mi turba. E un 19enne che per la prima volta in vita sua va a vivere da solo senza aver nessuno accanto ne ha di turbamenti... Parlerò di tutto quello che mi rappresenta: dalla musica alla buona cucina e per finire parlerò anche di amore. Eh sì, anche nella mia vita il vero problema è il cuore che non riesce a trovare pace (non per colpa mia, sia chiaro). Ma sarà un percorso lungo e duraturo spero e spero che voi, magico popolo che abita il web vogliate seguirmi e, perchè no, darmi consigli su come migliorare la mia vita.