Translate in your language

31 gennaio 2014

Serio o non serio: questo è il dilemma

Facendo rivoltare il povero Shakespeare lo parafraso e mi pongo questo dubbio: come devo affrontare la mia vita? In fondo è la domanda che mi pongo implicitamente in ogni post, ma questa volta voglio affrontarla direttamente. Ho ormai 20 anni e sono uno studente universitario (anche se mi suona ancora strano quando lo dico). L'unico problema è che io mi sento ancora un bambino dentro, non riesco a essere la persona matura che la società mi chiede di essere. Non che questo per ora rappresenti un problema, anzi, vedo che mi permette di vivere alcune situazioni molto più serenamente rispetto ai tanto (forse troppo) cresciuti ventenni che mi circondano. Ma se fino ad ora il problema serio/non serio non si era mai posto perchè sono sempre stato un tipo alla buona, che non ha mai messo pressioni ne sugli altri ne tanto meno su me stesso, adesso ho iniziato a pretendere molto, forse troppo da me stesso: ho preteso di diventare un bel ragazzo, ho preteso di diventare socievole anche se sono una persona molto timida, ho preteso di andare bene all'università e anche a calcio, ho preteso di riuscire a gestire la mia vita senza l'aiuto di nessuno. E una volta che entri in questo "tunnel" (che si chiama anche crescere, almeno penso) non riesci ad uscirne, e la persona spensierata e senza nulla da chiedere alla vita che eri un tempo è svanita, senza lasciare alcuna traccia. E ti rendi conto di non essere più un bambino, e quindi di non poter tornare indietro, e che le esperienze che hai fatto allora non potranno mai più ripetersi. Ma la serietà impone di non guardare al passato, ma di concentrarsi sul presente per dar forma a quel futuro che ognuno di noi sogna. Ma questi discorsi dovrò affrontarli più avanti, quando sarò veramente serio. Per ora per fortuna capisco di non essere ancora serio perchè questo (l'asdf movie) è ancora il mio mondo.




27 gennaio 2014

Crescere

Io sono un sognatore che non crescerà mai, ma questo non è del tutto vero. Ultimamente ho realizzato che a volte non ci accorgiamo nemmeno di crescere; noi pensiamo di riuscire a restare indifferenti a ciò che ci accade, ma non è così. I momenti che viviamo ci modellano e ci trasformano come pongo. Per esempio io ho rivalutato una storia che tutti noi conosciamo: la volpe e l'uva. Da sempre a questo racconto è stata data una lettura che porta a considerare la volpe come autrice di un gesto senza onore, o comunque da non imitare. Io, partendo dalle mie esperienze di questi mesi, non sono totalmente d'accordo. La volpe vede nell'uva il suo obiettivo, che potrebbe benissimo essere assimilato ad un nostro qualsiasi obiettivo nella vita. Ma dopo svariati tentativi la volpe si accorge di non riuscire ad arrivare all'uva e si limita ad abbandonare quel sogno e per darsi una giustificazione si autoconvince che quell'uva è acerba. Sin da quando ero piccolo mi hanno sempre insegnato che questo non è l'atteggiamento giusto per affrontare le difficoltà della vita, e su questo sono d'accordo. Però vorrei aggiungere che non sempre si riesce a raggiungere i propri obiettivi, sia perchè improbabili in partenza, sia perchè ci sono stati eventi che hanno portato questi fuori dalla nostra portata. In questi casi cosa sarebbe meglio fare? Continuare ad inseguire l'impossibile oppure rendersi conto della situazione e ripiegare su qualcos'altro? Certo, se parliamo intellettualmente e filosoficamente la seconda scelta sarebbe moralmente inaccettabile; ma nella nostra vita quante volte ci capita di dover cambiare rotta? E se invece di cambiare rotta noi provassimo imperterriti a continuare per quella strada cosa succederebbe? Ed è qui che si inserisce il passo avanti: non si può generalizzare. Esistono molte situazioni diverse, e ognuna di queste ha bisogno di una risposta diversa: certe volte bisogna continuare senza esitazioni nonostante le difficoltà, altre volte sarebbe meglio capire che rinunciare sarebbe meglio per noi stessi (e per gli altri). E quando l'obiettivo è troppo radicato in noi abbiamo bisogno di dare una giustificazione al nostro fallimento; si può sminuire l'obiettivo (dicendo che l'uva è acerba) oppure si può cercare in qualcos'altro una maggiore motivazione. Tutto questo è partito dalla mia analisi della situazione con Giorgia. Mi sono reso conto che per me lei è come l'uva: bellissima ed inavvicinabile; e io, come la volpe, sto cercando di renderla "acerba", ma ogni sforzo per adesso è inutile. I miei amici mi hanno fatto notare che secondo loro l'opera di autoconvinzione non potrà mai essere completa, perchè in fondo al nostro cuore noi sapremo sempre qual è la verità, ma anche questo per me non è sempre vero: la convinzione che porta le persone a suicidarsi è di questo tipo, cioè si autoconvincono che non ci sia nulla per cui vivere, sapendo comunque benissimo che non è così. Ma continuando a ripetere a se stessi una bugia alla fine si arriva a convincersi della veridicità della cosa, e si compiono atti non sempre intelligenti. Quindi io sono dell'idea che a volte la mossa della volpe possa divenire utile per andare avanti, per chiudere delle pagine del nostro passato che ci tormentano nel presente e che non ci permettono di guardare al futuro con la serenità necessaria per viverlo mettendo in gioco tutta la propria persona.
Detto questo "good night" e vi lascio con LA canzone per tutti quelli che come me non cresceranno mai.

22 gennaio 2014

Lascia passare

Nella vita bisogna anche saper andare avanti, si deve avere la forza di lasciar che le cose vadano come devono andare. Tenere in vita un qualcosa che non ha mai avuto veramente vita è sbagliato. Secondo me esiste un destino: possiamo lottarci contro e cercare di aggirarlo in qualche modo, ma in fin dei conti ci sono dei punti fermi nella nostra vita che ritornano sempre, in qualunque caso. Ho passato gli anni delle superiori a scappare da qualcosa, forse a scappare da me stesso; mi sono rifugiato in comportamenti che non erano miei, mi sono ribellato a qualsiasi imposizione solo per il gusto di farlo. Ma sono arrivato in questo momento a capire come tutto questo non mi abbia mai in verità allontanato da ciò che sono sempre stato e che sempre sarò. In verità mi è sempre piaciuto leggere e imparare cose nuove, ma in questi anni non ho fatto altro che far finta che quelle cose non fossero per me; mi sono sempre intrattenuto in altri modi per non rischiare di sentirmi incolpato per ciò che sono veramente. Qualche anno fa giocavo anche in porta a calcio, e mi piaceva il ruolo. Ma avevo paura: avevo paura di fallire in quello che veramente amo; se anche da giocatore avessi fallito non mi sarei fatto nessun problema, tanto io sapevo di non essere portato per quello. Ma fallire quando ci tieni veramente è diverso. Durante quest'estate dovevo decidere cosa ne avrei fatto del mio futuro, e anche li stavo per non scegliere quello che realmente avrei voluto fare: ero indeciso tra scienze gastronomiche e scienze e tecnologie alimentari, due corsi simili, ma allo stesso tempo diversi. Scienze gastronomiche (sg) era il mio sogno, perchè io vorrei diventare critico culinario, ma scienze e tecnologie alimentari (sta) forse mi avrebbe facilitato nel trovare lavoro. A fine agosto ho fatto l'esame d'ammissione per sta ed ero passato. A quel punto dovevo scegliere se accettare di fare sta vicino casa, o provare a fare l'esame di sg a 250 km da casa (con il rischio di no passarlo e quindi perdere un anno). Dopo qualche giorno di riflessione decisi di non rischiare e percorrere la via più sicura, la via che non mi richiedesse di mettermi in gioco al 100%. Ma evidentemente il progetto per la mia vita era diverso: l'iscrizione era scaduta il giorno precedente, senza possibilità di reiscriversi successivamente. A quel punto non avevo scelta: dovevo inseguire i miei sogni, dovevo andare dove mi portava il mio istinto. E lì ho capito che mai più in vita mia mi sarei tirato indietro per qualcosa che amo fare. Ed è così che mi ritrovo il 22 gennaio ad essere uno studente di scienze gastronomiche, fuori sede, che gioca come portiere in una squadra di calcio a 7 e come ala in una di calcio a 5, che ha deciso di affrontare un programma di flessioni per sentirsi in forma e che gestisce un blog che ha sempre sognato di creare. Manca solo l'amore, ma in quel campo l'importante è avere pazienza, e saper lasciare quando le cose non vanno come vuoi. Vi lascio con la canzone probabilmente più bella del 2013, godetevela!



19 gennaio 2014

Altalena

In questo momento è ciò che più mi rappresenta. Passo dall'essere al top della felicità a momenti in cui nulla sembra andare per il verso giusto. Sarà perchè sono ariete ascendente sagittario (sì, ho scoperto da poco che ariete con questa particolare ascendenza sarebbe uguale a dire un depresso a vita con attimi in cui fa finta di essere felice), sarà semplicemente perchè non sono del tutto normale, sarà perchè non c'è nessuno a riprendermi quando dico cazzate essendo uno studente fuori sede, e quindi per ora la persona più sola a questo mondo; fatto sta che l'unico vero problema nella mia vita in questo momento sembra essere l'amore. Per il resto non mi posso assolutamente lamentare: all'università sta andando molto meglio del previsto con un 29 e un 26 per adesso a referto, mi sto allenando più seriamente che mai e il mio fisico sta migliorando di giorno in giorno, con i miei genitori i rapporti non sono mai stati così buoni, continuo a sentire gli amici di una volta e sto scoprendo dei nuovi amici nei miei due coinquilini... Tutto va alla grande, tranne l'unica cosa che ho desiderato per anni, ma che ogni volta per un motivo o per l'altro mi è sfuggita: un cuore in pace, una situazione stabile, una compagna/complice, una persona con la quale condividere tutto ciò che non mostreresti mai agli altri. E quello che non riesco ancora a capire se quello che sto guardando è il pelo nell'uovo, oppure se più che un pelo questo sia un tronco di albero. Non capisco se sia veramente importante per me quello che sto cercando o se sia semplicemente un vizio di uno che apparentemente sta vivendo la stagione migliore della sua vita finora. E in più la cosa che mi da più fastidio è che avendo un'intera università in cui cercare la mia anima gemella io mi sia intestardito con una ragazza che è già fidanzata e alla quale interesso solo come amico. Ma da brava altalena quale sono spero di passare questo periodo e di attaccarmi con la colla a qualche ragazza con la quale ho qualche possibilità. Incrociamo le dita, e intanto facciamo finta di non essere innamorati.

11 gennaio 2014

Wait for it

Traduzione del titolo: aspetta. Sto aspettando l'arrivo della mia pizza, e nel frattempo ho pensato di dedicare un post ad una serie TV che amo: how I met your mother. Molti di voi la conosceranno di già, ma per chi non l'ha mai vista faccio un brevissimo riassunto. La serie parla di come Ted sia arrivato a conoscere la madre dei suoi futuri figli (ai quali sta raccontando la storia), e queste vicende comprendono i suoi amici Marshall, Lily, Robin e Barney. Il telefilm è molto a tratti: a tratti diventa quasi un non sense, in altri momenti invece diventa molto profondo, ed in qualche modo cerca sempre di darti una morale finale. La cosa che trovo più affascinante è che molte delle situazioni rappresentate fanno parte anche della mia esperienza, e quindi ci si ritrova quasi all'interno del telefilm al posto di uno dei personaggi. Vi consiglio se avete tempo di guardarvelo in streaming, piuttosto che guardare la spazzatura che ultimamente ci offre la televisione... Comunque partendo da questa serie volevo comunque arrivare ad affrontare l'argomento serio della giornata. Ormai da qualche anno mi sto chiedendo se esista effettivamente la mia anima gemella là fuori. Avendo solamente 19 anni per adesso non posso farmi troppi problemi, ma con il passare degli anni il problema si farà sempre più pressante immagino. Bene: Ted si pone questo problema da sempre, e si arriva all'inizio dell'ultima stagione che lui non ha ancora trovato la donna della sua vita, dopo 8 anni in cui gliene sono successe di tutti i colori (non faccio spoiler per chi se lo vorrà vedere). E in alcuni discorsi lui afferma esattamente ciò che penso io, e proprio come me non arriva mai ad una soluzione. Ed è questo il punto da cui partire: nessuna certezza e nessuna soluzione; bisogna affrontare ciò che la vita ci pone davanti senza fare troppi progetti, senza programmare inutilmente a lunghissimo termine (almeno per quanto riguarda la vita sentimentale). E poi c'è Barney, il miglior donnaiolo di New York, colui che è andato a letto con ragazze di più di 200 paesi diversi. Lui è tutto ciò che un ventenne vorrebbe essere, ma anche qui himym (abbreviazione del titolo) insegna che non è oro tutto quel che luccica... Comunque non mi dilungo perchè nel frattempo mi è arrivata la cena. E stasera pizza e "Il padrino"!

10 gennaio 2014

Perché?

Ogni giorno penso di pormi questa domanda almeno una decina di volte... Perché faccio questo, perché sono qui, perché scrivo, perché mi ostino a convincere le persone della bontà delle mie idee? La realtà è che "perché?" è la domanda più difficile alla quale rispondere: ci richiede uno sforzo di andare all'origine del problema e trovarne i lati più nascosti. Faccio un esempio personalissimo. Ieri avevo appena finito il mio programma di flessioni (o piegamenti che dir si voglia) e mi sono chiesto: perché sto facendo tutto questo? Se me lo aveste chiesto qualche settimana fa vi avrei risposto che lo facevo per Giorgia, ma avrei mentito a me stesso. Non nego che il tutto è partito da quando ho voluto mettermi in forma per lei, ma con il passare delle settimane mi sono reso conto che adesso non riuscirei più a stare senza la mia dose di ginnastica giornaliera. Con il passare del tempo mi sento sempre più in armonia con me stesso, e a questo punto anche se Giorgia non si è accorta del fisico che sto facendo (nascosto da chili di felpe che porto tuttora, nonostante le buone intenzioni di fine dicembre) non me la prendo e non demordo, perché a questo punto il mio obiettivo è portare a termine questo programma e raggiungere un traguardo che fino a qualche mese fa sembrava impossibile (qui potete trovare il programma). Ma la risposta al perché non è ancora completa. Da ieri ho iniziato a giocare come portiere in una squadra di calcio a 7, ma la prima prestazione non è stata delle migliori: 7-7, che per un ex portiere da calcio a 11 è tremendo... Fatto sta che io, per mia natura ed educazione, sono abituato a dare sempre il massimo in qualunque impegno mi prenda, quindi è un mio obbligo morale tenermi allenato per dare il meglio anche in questa circostanza. Il discorso non sarebbe finito e scavando potrei trovare almeno un'altra decina di perché solo per questa piccola azione che compio. Questo era solo per farvi capire che quando pensate a quello che fanno le altre persone non potete giudicarle così a cuor leggero: probabilmente non avete la minima idea del perché facciano tutto questo.

Vi lascio con una canzone che ho scoperto da poco, ma che secondo me è molto significativa nel testo! 


8 gennaio 2014

La vita è bella

Cito un film nel mio titolo, ma la citazione per una volta è puramente casuale. Ricordate: la vita è bella. Non importa ciò che ti succede, non ci si dovrebbe mai privare del miglior regalo che qualche Dio o qualche essere più intelligente o che la natura ci ha donato. Senza la nostra vita noi non siamo nulla, e il togliercela non porta a niente. Parlo di questo perchè in questi giorni nella mia città natale una ragazza di 16 anni si è tolta la vita. 16 anni. A questa età non esiste nulla per poterti permettere di pensare che la tua vita non valga più a nulla. E il pensare che in alcuni momenti sono stato più vicino di quanto qualsiasi mio conoscente pensi mi fa restare un po' perplesso. Ma ho riflettuto e ho capito che sarebbe stata solo una stupidaggine, una ragazzata alla quale però non si può porre rimedio. Si può rimediare ad una delusione in amore, a scuola, con la famiglia o con gli amici, ma ad un gesto così estremo no. E questo discorso non lo faccio per scrivere una delle mie solite stronzate alle quali non frega a nessuno... So benissimo che la mia visibilità e la visibilità di questo blog sono limitate, ma vorrei comunque fare un appello che se fosse utile anche solo per una persona avrebbe raggiunto il suo obiettivo: pensateci. E non lo dico come psicologo del cazzo che fa il grande. Ve lo dico perchè ci sono passato, e ci sono andato molto vicino... Sapete cosa vuol dire essere alla stazione del treno e vedere arrivarne uno che non ferma e sognare di buttarcisi sotto? Sapete cosa vuol dire andare in balcone all'ultimo piano e provare a stare in bilico sulla ringhiera sperando di cadere? In quei momenti tu sei convinto che facendo quel gesto tu faccia un favore a tutti, ma non è così. Non fai un favore ai tuoi amici, non fai un favore ai tuoi genitori, e soprattutto non lo fai a te stesso. Ma la cosa peggiore è che a volte lo vorresti fare per far provare rimorso ai tuoi nemici, ma non sai che loro continueranno le loro vite; forse sarai nella loro testa qualche mese, o qualche anno... ma loro hanno una vita per dimenticarti. Quindi non buttatevi in qualcosa che non ci appartiene, non spingetevi ad oltrepassare quel limite che ci rende unici, non uniformatevi nella soluzione che non risolve nulla, che lascia aperte porte e scappatoie. 

                                         E ricordatevi: voi siete people, and people are awesome!

4 gennaio 2014

Il fisico per la vita

Ieri sera mi sono guardato un interessantissimo documentario del 2004: Super size me. Probabilmente ne avrete sentito parlare... Parla di un uomo che per 30 giorni ha provato a mangiare solo da McDonald's, colazione, pranzo e cena. Bè, vi consiglio di guardarlo, perchè poi non quanta voglia avrete di mangiare ancora lì dentro. Io parlo da ipocrita, in quanto penso che mangerò ancora molte volte ai fast food, però a persone più sensibili in materia tutto quello che è successo a quest uomo farà ribrezzo. Non vi anticipo nulla, semmai lo voleste vedere... Comunque il film mi ha fatto venire in mente il rapporto che noi abbiamo con il cibo e con noi stessi. Tornando al medioevo sappiamo che il cibo era visto come il mezzo per equilibrare l'individuo (se volete approfondire consiglio la lettura del libro "Il cibo come cultura" di Montanari, forse il testo meno accademico tra i tanti in materia), quindi la dieta era diversa per ciascun individuo. Adesso la mania che sento più spesso in giro è quella della dieta ipocalorica, cioè con poche calorie per dimagrire. Questo mi pone davanti due problemi: 1 Perchè vuoi dimagrire? 2 Lo sai che le calorie non sono l'unica cosa che fa ingrassare?
Per la prima domanda si potrebbe fare un trattato, perchè per alcune persone dimagrire significa tornare in salute, per altre dimagrire è solo un modo per cercare di essere accettati dalla società... e da loro stessi. Ed è in questo caso che secondo me non ha senso procedere con diete privanti e limitanti in tutti i cibi di questa terra; in questo caso il problema è psicologico e togliere tutto penso sarebbe peggio. Penso che una persona che vede diminuire il proprio peso, nonostante mangi tutto tutto quello che mangiava prima (ovviamente in quantità minori) sia molto più remunerativo. E forse è per questo che negli ultimi anni i dietologi hanno iniziato a cambiare la mentalità della dieta, facendo capire alle persone che possono mangiare tutto ciò che a loro piace, e alzando quindi la loro autostima. E perchè no, se cominciassero a fare qualche sport sono sicuro che vedendo i propri miglioramenti sarebbero sempre più invogliati a tenere il proprio peso forma.
Il secondo punto è più complicato, perchè la moda del momento è farsi la propria dieta in casa, nonostante non si sappia niente di dietologia (pensate che ci sia un corso di laurea apposito per niente?!) arrivando a fare così diete che oltre ad essere ipocaloriche sono anche ipo-molto altro con la conseguenza di far indebolire le persone stesse. 
Ma perchè al giorno d'oggi il corpo è diventato così importante, quasi uno status symbol? Aver cura del proprio corpo è l'aver cura di se stessi, che è un modo di dire "Ehi, sono capace di curare me stesso, quindi sarò in grado di prendermi cura di qualunque cosa in vita mia". Questa è una certezza che noi cerchiamo di far diventar tale: la certezza di sapere chi si è. E il corpo è il primo specchio della persona: se una persona si rispetta fisicamente, si rispetta mentalmente; e se una persona si rispetta mentalmente verrà rispettata anche dagli altri. E questo è un fatto.

Detto questo vado a prepararmi la mia cenetta di stasera formata da cotoletta e piselli con pancetta... 
Buon appetito!!

3 gennaio 2014

Il silenzio più bello


Da ieri e per una settimana sarò in casa da solo, perchè i miei coinquilini sono ancora a casa loro in vacanza, e l'essere completamente solo per qualche giorno mi ha fatto trovare un silenzio magnifico. Io sono socievole come persona, voglio dire che non riuscirei mai a fare una vita completamente da solo, però ogni tanto avere un momento in cui perdersi nei propri pensieri è importante. Ma il silenzio casalingo non è mai completo, tra traffico fuori casa e oggetti che parlano anche senza emettere suoni, il silenzio è compromesso e ci si ritrova a pensare alle solite cose a cui la vita ti pone davanti ogni giorno. Ed è per questo che a me piace scappare nelle mie montagne, nella mia neve. Il silenzio che si trova in montagna è impareggiabile. Provate anche solo a pensare la scena: scendi dalla seggiovia e ti allontani dalle piste fino a quando non senti nulla più che il rumore del tuo snowboard che solca la neve; scendendo ti addentri in un bosco e a metà ti fermi. Ora chiudi gli occhi e puoi sentire una sensazione introvabile altrove. Le uniche cose che senti sono la neve che cade dagli alberi e il tuo cuore che batte. Te ne stai li, seduto sulla tua tavola, e il tempo improvvisamente si ferma: sei al di fuori dei ritmi forsennati che la società moderna ci impone, sei al di fuori di tutti i problemi che ti attanagliano durante la giornata; sei in rapporto strettissimo con la natura che ti circonda e con quel silenzio che le tue orecchie e il tuo cervello non sono più abituati a sentire. Questo silenzio è nuovo per noi, e come qualsiasi cosa nuova ci mette paura, ansia che deriva dalla nostra incapacità di gestirlo, di gestire noi stessi in questa strana situazione. Ma una volta entrati nella giusta mentalità vedrete che tutto prende significato. Io non sono un filosofo o uno scrittore, io non riesco a farvi capire cosa si prova in queste situazioni. L'unica cosa che vi posso dire è che sono esperienze che vi cambiano veramente la vita se vissute fino in fondo. E vi lascio con un video che prende scene del film "The Art of Flight": magnifico.

2 gennaio 2014

Ritorno al nuovo

Ebbene sì, sono tornato avanti, vale a dire che sono tornato nella mia nuova città, nella città dove studio e dove attualmente abito. In questi giorni ho provato un insieme di sentimenti difficili da descrivere: da una parte l'aver rivisto i miei amici mi ha reso felice, ma dall'altra mi sono reso conto che lì io ormai sono fuori luogo, quella città e quelle abitudini forse non mi rappresentano più. Al passare di ogni giorno mi rendevo conto che mi mancava la routine che in questi mesi mi sono creato, mi mancavano le nuove amicizie che ho fatto e mi mancava casa mia, perchè ormai la sento così. Intendiamoci, non stavo male durante le vacanze, anzi, mi sono divertito un sacco tra l'andare in montagna e il capodanno tra amici. Però non so se avete presente la sensazione che si prova quando senti che manca qualcosa... non sai cos'è, ma percepisci che non sei felice al cento per cento. Ma ora è acqua passata, ed è meglio occuparci di questo 2014 che è iniziato. Dio mio, spero solo che quest'anno sia come l'anno scorso: un anno ricco di difficoltà ma anche pieno di nuove porte che si aprono, che in qualche modo ti fanno sentire vivo e all'interno della società. Al 2013 darei il voto 9: tutto perfetto tranne in amore, dove ho avuto un sacco di delusioni; ma sicuramente ho fatto anche tanta esperienza e ho capito di dover usare meno il cervello e di buttarmi più col cuore nelle relazioni, perchè solo così potrò capire quanto tengo realmente ad una persona. E dopo questa parentesi depressa (che sta sempre bene all'interno di un post) vi dico i miei obiettivi di quest'anno, con la promessa di aggiornarci l'anno prossimo per vedere quanto è andato secondo i piani.
Innanzitutto spero di continuare l'università come l'ho cominciata, cioè con entusiasmo e tanta voglia di imparare cose nuove; spero di riuscire a giocare regolarmente nella squadra di calcetto in cui sono entrato da poco; spero di mantenere la stabilità interiore che ho in questo momento, spero di non tornare ad essere depresso come ad ottobre; e, ultima ma non ultima, spero di avere ancora con me Giorgia, perchè in questo momento è forse la persona a cui penso di più ogni giorno. Non mi importa se saremo fidanzati o meno, l'importante è averla sempre al mio fianco, perchè tengo troppo a lei per lasciarla andare. Detto questo auguro a tutti voi un buon 2014 e se volete condividere i vostri obiettivi per quest anno i commenti sono sempre ben accetti!