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12 giugno 2016

La strage degli innocenti

Oggi il post è particolarmente serio. Parlo di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, sfortunatamente, continua a tornare nei fatti di cronaca. Ieri una cantante di 22 anni è stata uccisa alla fine del proprio concerto mentre stava firmando autografi ai suoi fan. Un pazzo si è avvicinato e le ha sparato diversi colpi di arma da fuoco prima di togliersi la vita. Parlo di Christina Grimmie, famosa negli USA per aver vinto il talent The Voice. Questa era la voce di cronaca da cui iniziare. Non voglio soffermarmi su di lei: vi lascio un video e vi consiglio di aprirlo su YouTube per seguire tutta la serie di suoi video e capirete che talento ci sia stato tolto troppo presto.

 Il mio problema riguarda il fatto in sè: un 27enne è potuto arrivare ad un concerto con un'arma in mano per poi sparare. Questo non è possibile in un Paese che possa essere definito civile. Non è possibile che mentre tu insegui i tuoi sogni ci sia qualcuno che per una qualunque ragione ti possa togliere tutto. La facilità con la quale questo accade, specialmente negli Stati Uniti, è disarmante. Tra sparatorie a scuola, nei cinema, ai concerti e chi ne ha più ne metta non ha ancora portato ad una vera riflessione sul problema armi. Le armi che certe persone pretendono per diritto per difendersi non fanno altro che causare dolore. Tutti gli oggetti in vendita di solito hanno un'utilità, un valore che è legato a come il possederli possa migliorare la propria vita. Ora ditemi dove si trova questo valore in una pistola. Un'arma è fatto per ferire, per uccidere; è fatta per danneggiare, non per salvare. Non è possibile pretendere che tutte le persone siano armate per rimediare ai problemi di una società. Adesso anche qui in Italia si sta pensando di facilitare l'acquisto di armi per chi abbia intenzione di armarsi per difesa personale. Come credete possa finire la storia? Meno furti perchè i ladri sono spaventati? Poveri illusi... I ladri ci saranno sempre, in qualsiasi società, per quanto utopica possa essere, il male esiste e fa parte della società stessa. La differenza sarebbe che i ladri invece di entrare in casa disarmati si prepareranno, saranno pronti a reagire alle minacce che potrebbero impedire di portare a termine il loro lavoro. Non risolverebbe il problema, anzi lo farebbe diventare più grave. Più armi significa più persone potenzialmente pazze che possono fare stragi. Non si può scendere a compromessi in questi casi. La società ci sta solo rimettendo da tutto questa violenza su cui anche politici fanno propaganda. Una propaganda basata sul dolore altrui, sul cercare i propri interessi ad ogni costo. E Christina deve essere il simbolo di quello che le armi (e le persone che appoggiano la loro diffusione di massa) possono fare a questo mondo. Sogni, speranze, successi e vita in generale infranti così, come per magia. Non riesco veramente a capire cosa è successo. Una ragazza della mia età, che stava facendo solamente ciò che ama, ciò che è. Come si può pensare di essere in diritto di togliere una vita appena iniziata, con tutto davanti. Un esame di coscienza, di tutti, sarebbe il minimo. Pensate a tutto quello che fate nella vostra vita per istigare alla violenza, ogni pensiero, ogni augurio di morte. Pensate se aveste qualche problema mentale e aveste la possibilità di mettere in pratica le vostre folli teorie. Avete capito di cosa sto parlando? Tutto questo non è così lontano come può sembrare. Forse molto più vicino di quella tanto temuta isis. Mediate gente, meditate.

Mi scuso se questo post non ha un filo logico o una struttura particolarmente curata, ma sono veramente scosso dalla cosa. Mi sento confuso, deluso, perso e incazzato da tutto questo. Non riesco a comprendere il perchè e questo mi rende inquieto. L'unica cosa che mi sento di fare è continuare a vivere, inseguire i miei sogni anche per lei, anche per tutte le persone a cui questa possibilità è stata tolta.
Qui vi lascio parte di un documentario di Michael Moore sulle armi dopo la strage di qualche anno fa alla Columbine High School. Si chiama "Bowling for Columbine". Da guardare e rimanere senza parole.

9 giugno 2016

Solo altri 5 minuti


Frase che tutti noi abbiamo usato almeno un centinaio di volte nella vita. Solo altri 5 minuti... da piccoli lo dicevamo prima di andare a letto, da grandi lo diciamo la mattina prima di alzarci dallo stesso letto. Le stranezze. Ma a parte questo quando vi è capitato di dire questa mitica frase? Personalmente penso che la potrei usare come citazione di me stesso, una specie di laif moutiv che ritorna sempre nella mia vita. Sono sempre stato in ritardo di quei fatidici 5 minuti. Che poi sono diventate ore, giorni, mesi e addirittura anni. La mia crescita è stata sempre scandita da questo concetto di arrivare sempre dopo. Non sono mai stato capace di cogliere le situazioni quando mi si presentavano davanti, ma aspettavo quel tanto che bastava per far sfuggire l'occasione, e come si sa, quando il treno passa o lo si prende il volo o è perso per sempre. Ma questo non mi ha mai preoccupato particolarmente. Ho sempre pensato che un secondo treno sarebbe arrivato, e mi avrebbe portato a destinazione, non importa se è la stessa che avevo pensato all'inizio. E forse questo è il motivo dei 5 minuti: la consapevolezza di avere sempre una seconda, terza, quarta possibilità in qualsiasi cosa faccio. Ed è lì che nasce il mio problema. Non sono abituato a perdere un treno per sempre. Questa è una cosa che mi terrorizza e non so se riuscirò mai a farne l'abitudine. Però questo mi ha dato l'opportunità di imparare. Una lezione di vita non da poco si potrebbe dire: capire che perdere occasioni nella vita oltre che inutile è anche dannoso. Ed è per questo che ho deciso che non perderò più nessuna occasione. In fondo diventare uno Yesman non deve poi essere così male. Ecco, forse non uno che dice di sì a tutto, perchè quello sarebbe stupido e, memore delle mie esperienze passate, finirei con il farmi usare dalle persone; ma uno che dice di sì alla vita (ne ho sicuramente già parlato in un vecchio post, ma ribadisco la cosa) è una persona che fondamentalmente dice di sì alla felicità: accetta quello che gli viene offerto e cerca di trovare il meglio in ogni cosa che fa nella vita. Non arrendersi di fronte alle prime difficoltà, non sprecare il proprio tempo (sì, esattamente come sto facendo adesso, e sì, sono ipocrita) e vivere al massimo ogni esperienza. Questo dovrebbe essere il modo di affrontare ogni giornata. Dovremmo imparare a prendere tutti i lati negativi che la caratterizzano e cercare di imparare. Imparare come affrontare il dolore, imparare a non commettere più gli stessi errori, imparare a vivere. Un giorno una persona importante nella mia vita mi fece un discorso che mi rimase impresso e che vorrei condividere.
Secondo lei noi nella vita abbiamo uno scopo ben preciso. Noi nasciamo per imparare una lezione per ogni vita. Ogni vita ha uno scopo e, una volta raggiunto, il corpo può anche finire lentamente con il perdere la vita stessa. Lei crede nella reincarnazione, quindi ad ogni nostra vita noi impariamo una lezione che non siamo stati in grado di imparare fino ad ora. E così il mondo va avanti, con umani che imparano ad essere animali, ed animali che imparano ad essere umani. Ricchi che imparano ad essere poveri e così via. Quindi cosa dobbiamo fare noi per capire il nostro scopo nella vita? Vivere. Non esiste un modo giusto di vivere, in quanto ognuno di noi è ad un punto diverso della crescita. Più cose abbiamo nella vita più significa che abbiamo sofferto della carenza di tali cose nella vita. E una volta che si ha imparato tutto? Qui le opinioni sono diverse. Dal canto mio ho sempre affermato che è impossibile imparare tutto, e che quindi questo ciclo continuerà presumibilmente all'infinito (stiamo sempre parlando di una cosa pseudo religiosa, quindi non considero nemmeno la scienza in questo discorso). L'altra persona era convinta che si arrivasse ad un punto dove non c'è più nulla da imparare e che quindi l'anima ha fondamentalmente due scelte: ritirarsi nel mondo spirituale assieme a tutti quelli che a loro volta hanno imparato tutto, o decidere di tornare nel mondo per un'altra vita dove cercare di donare la propria sapienza a tutte le anime che sono ancora in cerca di risposte. Teoria molto affascinante dal mio punto di vista. 
Se così fosse il mio è ancora un viaggio lungo verso il sapere tutto, e tutto sommato mi va bene così.
Video del giorno? Rompiamo con il tema anche pesante di questo post e andiamo con un AMV di un anime da guardare assolutamente.. WARNING: One Punch Man con la colonna sonora di Deadpool può solo promettere una cosa...


7 giugno 2016

Scrivi, sciocco! Scrivi!

Invece di andare avanti sembra che qua si stia tornando indietro, se non altro perché non riesco veramente a darmi una continuità di tempo o di contenuti che pubblico in questo posto. Ed è un po' il riassunto di chi sono io alla fin fine. Oggi sono qui nuovamente in veste del procrastinatore per eccellenza, che preferisce scrivere di cazzate piuttosto che mettersi a scrivere la propria tesi. E allora di cosa parliamo oggi? Oggi parlo di un film che ho visto ieri e che mi ha fornito qualche spunto di riflessione. Parlo del film Whiplash, per chi non lo avesse visto lascio il trailer.
 Il film è incentrato sulla storia di un ragazzo che ha come sogno il diventare un batterista professionista, o meglio, il miglior batterista di tutti i tempi. Non vi voglio raccontare troppo, e mi limiterò a dire che nella sua strada troverà un maestro che lo spronerà con metodi "non ortodossi" per così dire. La bellezza di questo film è la potenza con la quale è trasmessa la voglia di arrivare al successo di questo ragazzo. Affronta tutto e tutti per arrivare al suo obiettivo e sembra non ci sia nulla che lo possa fermare. Ma sarà il professore stesso a dargli una lezione di vita, insegnandoli che senza sudare e faticare non si ottiene nulla dalla vita. E questo non si applica solamente al sogno che abbiamo, ma a tutte quelle piccole e grandi cose che influenzano la vita di tutti i giorni. Noi siamo molto bravi a lamentarci della nostra situazione (io per primo), ma molto spesso ci fermiamo a questo. Ci rendiamo conto del problema, ma decidiamo che ignorarlo è meglio di prendere provvedimenti per cercare di risolverlo. Il successo non funziona così. Nella vita può capitare di avere fortuna, di essere le persone giuste nel luogo giusto al momento giusto, ma questo non determina tutto quello che una persona farà o diventerà. Dal momento in cui si ha avuto il colpo di fortuna bisogna lavorare per mantenere questa fortuna. Che si tratti di un lavoro, di un hobby, di una relazione, del proprio fisico o qualsiasi altra cosa, la fortuna va coltivata. Non si può pretendere che le cose si risolvano magicamente da sole, e non si può nemmeno sperare nel colpo di fortuna: se capita meglio, ma altrimenti bisogna capire come guadagnarla questa fortuna. Tante persone mi ripetono che sono fortunato e che comunque stia andando la mia vita è migliore della gran parte delle persone della mia età. Io dico che non è così. Qualsiasi cosa mi sia capitata di buono nella mia vita l'ho cercata disperatamente. La mia fortuna sta nell'avere la capacità di capire le cose al volo, ma non sempre ne riesco a fare buon uso. Nell'altra faccia della medaglia troviamo un problema di concentrazione, o di trovare gli stimoli per lavorare come qualsiasi altra normale persona. Certo, non sono l'unico sfaticato di questo pianeta, ma sicuramente in tante cose mi limito in partenza. E quindi dove si nasconde il segreto di certe (poche) conquiste che mi sono guadagnato? Sta tutto nel volere e nel non aver paura delle conseguenze fino a quando si segue il proprio cuore. Sacrifici. Molti sacrifici. Guardare sempre in faccia le persone che non credono in te per dimostrare loro quanto si sbagliano. Dimostrare al mondo che tu puoi ciò che vuoi, che per quante volte cadi hai la forza per rialzarti e continuare a correre. Le persone pensano che sia semplice la mia vita... Vorrei invitarle a mettersi nei miei panni, nel fare quello che faccio e soprattutto provare quello che provo. La fine è spesso un inizio, o almeno così la società vuole farci credere, ma io la penso diversamente adesso come adesso. La fine è la fine. Non c'è altro. Rappresenta un punto finale di qualcosa che c'è stato e che probabilmente non ci sarà mai più. rappresenta un nuovo inizio? Ovvio, ma un nuovo inizio poteva esistere anche prima della fine. Non abbiamo bisogno di far finire le cose per iniziare quelle nuove. Ed è qui che il mio pensiero si incaglia, sempre, costantemente, senza via d'uscita. Sono incapace di lasciar andare le cose. Quando una cosa funziona e va bene non riesco a saltare nel vuoto e sperare che ci sia qualcosa di meglio. Anzi, non voglio. Non sono alla ricerca come il ragazzo di Whiplash di essere il migliore o di avere la miglior vita possibile. Voglio solo essere in pace con me stesso, trovare un equilibrio che mi permetta di vivere senza la paura del domani, senza la paura di svegliarmi domani trovando un mondo diverso ai miei occhi. Arriverò mai a questa situazione? Non lo so, ma intanto faccio del mio meglio per riuscire nella vita e per essere la persona dei miei sogni.
Un secondo contributo a sorpresa! Siete veramente quello che volete essere?

5 giugno 2016

L'apertura della musica


Oggi come al solito sono qui a scrivere quando dovrei fare milioni di altre cose. Ma questo, come altri hobby che apparentemente condiscono la mia vita (dico apparentemente perché non ne sono nemmeno troppo sicuro), riesce a darmi quella mezz'ora di pausa che mi serve per riavviare il cervello. E quindi è da questa fase di riavvio che oggi vi scrivo. Sono cotto a puntino... Tra acidi grassi e grafici sui mercati della carne penso di essere arrivato al limite, almeno per oggi... E quindi ho bisogno di trovare un argomento per staccare, per riuscire a scrivere con leggerezza quel poco che la mia mente riesce a produrre in questo periodo. Proprio ieri stavo parlando con un'amica di quanto i miei gusti musicali siano "particolari". Ok, un po' lo si può intuire da alcuni post che ho pubblicato nel corso degli anni, ma in realtà non è mai uscita del tutto questa cosa.. Ed è da qui che parte il mio viaggio di oggi: dalla musica.
Chi di noi non ha la propria canzone preferita... Io. Ebbene sì, io non ho più una canzone in particolare preferita. In passato ne ho avute un paio che simboleggiavano ciò che io ero e che volevo trasmettere agli altri di me stesso, ma riascoltandole adesso queste canzoni penso non mi appartengano più di tanto. Ora le canzoni vanno a momenti. A settimane per meglio dire. Quello che ascoltavo settimana scorsa è ben diverso da quello che sto ascoltando ora e probabilmente anche da quello che ascolterò settimana prossima. Ovviamente non si cambia mai al 100% genere o autori, ma io sto parlando di una specifica canzone della quale in un determinato momento della tua vita senti che non ne puoi più fare a meno. E questa canzone cambia, eccome se cambia! Esempio abbastanza pratico? Nell'ultimo anno penso che le mie canzoni del momento siano variate verosimilmente dal grunge anni 90 dei Nirvana alla pace che ti può trasmettere una composizione di Einaudi, tutto questo passando attraverso il pop più estremo stile Pitbull e anche la musica dell'anima (soul ndr.) di quel vocione di Mario Biondi. Tutto questo senza dimenticare di passare attraverso l'alternative (che poi vorrei capire cosa significa alternative, ma lasciamo stare) inglese dei Royal Blood e Arctic Monkeys. Sì, insomma, avete capito che nella mia testa la confusione regna sovrana. Come sempre d'altronde. E se la confusione sulle scelte musicali sia solo conseguenza o sintomo dell'incapacità di prendere decisioni anche nella vita reale? Ne dubito. Nonostante tante volte finisco per far prevalere l'opinione altrui alla mia, e quindi finisco ad essere assoggettato, in realtà io sono abbastanza sicuro una volta che faccio delle scelte. Difficilmente ritorno sui miei passi per cambiare totalmente strada. Penso invece che la grande apertura in ambito musicale derivi da una grande apertura mentale in generale. Ok, non sono l'esempio di persona aperta mentalmente, sopratutto quando l'altro ha un'opinione molto diversa dalla mia (ma va?!); d'altra parte, per quanto io cerchi di spiegarti la mia idea non ho mai la pretesa di veder fatto ciò che voglio. Io pretendo solamente rispetto per il mio modo di pensare,e se non siamo d'accordo amen! Questa è anche la definizione che darei di apertura mentale alla fin fine: non è accettare incondizionatamente le idee degli altri, ma non voler imporre a tutti i costi la propria. I potrei essere contrario a tutto ciò che voglio, come lo potresti essere tu, ma finchè la tua libertà di pensiero non toglie la mia sarà lungi da me venire a darti del razzista, bigotto, mangiacadaveri o chi più ne ha più ne metta. E la musica è uguale. Perchè un punkettone non può ascoltarsi la musica classica? O perchè un tamarro non può ascoltarsi del rock 'n roll? Ed è qui che nasce il mio gusto: nasce dall'incontro, dal voler provare a capire le ragioni per cui ciascuno di questi stili ha dei sostenitori. E poi forse ascoltando la musica che uno ascolta puoi capire con che persona stai parlando. "Dimmi cosa ascolti e ti dirò chi sei" parafrasando (e uccidendo) Feuerbach. Quindi la conlusione è? Ascoltate quel che vi pare e non rompete le scatole agli altri, anche se ascoltano Justin Bieber.. a meno che non obblighino anche voi ad ascoltare tutta quella roba, allora siete autorizzati e diventare Viuuleeenti!
E dopo questo papiro vi siete meritati una canzone, vincitrice dell'Eurovision Song Contest del 2015. Un po' al di fuori dei miei gusti, ma ci può stare per oggi!